Recovery Fund: baratto tra democrazia, diritti umani e bilancio UE

 

Raggiunto l’accordo tra i 27 Paesi UE sul bilancio pluriennale in meno di mezzora. Sul tavolo della trattativa viene sacrificata la rule of law, che stabilisce la condizionalità degli aiuti al rispetto delle condizioni democratiche minime e dei diritti umani, che viene di fatto sospesa.

Polonia e Ungheria incassano quindi una significativa vittoria (in sostanza potranno continuare a emanare leggi liberticide e a perseguitare giornalisti e oppositori nonostante gli altisonanti proclami europei), mentre l’immagine dell’UE guidata in questo semestre dalla Germania subisce un duro colpo. Tutti soddisfatti però dal poter portare all’incasso quanto previsto dal piano Next Generation UE, che comunque dovrà passare dall’approvazione dei singoli Paesi.

Resta l’incognita della posizione olandese, che andrà ad elezioni a marzo, e lo smacco subito dal Parlamento Europeo, strenuo difensore della condizionalità degli aiuti al rispetto dello stato di diritto (vedi anche il nostro recente post sulla call for experts per il piano SLAPP). La battaglia sul tema era stata avviata dal manager di hedge fund Bill Browder che solo qualche giorno fa cantava vittoria.